mercoledì 17 novembre 2010

Solo una risposta a Saviano?

Era latitante da oltre 14 anni. Applauso dei poliziotti all’arrivo in Questura * NOTIZIE CORRELATE * Il ritratto: «’O ninno», il delfino di Sandokan CASAL DI PRINCIPE. saviano: «aspettavo questo giorno da 14 anni» Arrestato il boss Antonio Iovine È uno dei capi storici dei Casalesi. Era latitante da oltre 14 anni. Applauso dei poliziotti all’arrivo in Questura Antonio Iovine Antonio Iovine CASERTA - Ha tentato di fuggire dal terrazzo. L’ultimo, disperato tentativo. La lunga latitanza di Antonio Iovine è però finita. Il boss della camorra, considerato uno dei criminali più pericolosi dal Viminale, è stato arrestato a Casal di Principe. Il blitz della Squadra Mobile di Napoli ha avuto successo: Iovine, che non era armato, alla fine non ha opposto alcuna resistenza. L’abitazione in cui è stato individuato era di un suo conoscente, e la cattura è stata possibile grazie a pedinamenti e accertamenti su parenti e fedelissimi del latitante. Gli inquirenti si sono messi subito alla ricerca di eventuali armi e documenti che potrebbero tornare utili per le indagini sulla potente cosca dei Casalesi. Iovine è stato poi trasportato a bordo di una Mercedes in Questura a Napoli dove è arrivato alle 16,48. Era sorridente. Il boss è stato fatto salire al secondo piano dai garage, mentre applausi e urla di soddisfazione da parte poliziotti risuonavano nei corridoi. Qualcuno applaudiva anche dalle finestre. LE REAZIONI - «Oggi è una bellissima giornata per la lotta alla mafia, tra pochi minuti vedrete...» aveva affermato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, conversando con i giornalisti a Montecitorio, appena pochi minuti prima che arrivasse l’annuncio dell’arresto del boss. «È un giorno felice - ha confermato il procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore - anche perché l’operazione dimostra che forze dell’ordine e Dda di Napoli riescono a ottenere importanti risultati sul territorio. Iovine - ha proseguito - era uno dei due latitanti più importanti dei Casalesi, l’altro è Michele Zagaria. Ora ci resta da arrestare anche lui». «Firmerò subito la richiesta di 41 bis» ha annunciato dal canto suo il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. «Questa è una ulteriore conferma - aggiunge - che la squadra Stato vince e l’antimafia giocata batte quella parlata». L’arresto di Iovine è la migliore risposta a tante chiacchiere». GUARDA il video dell’arresto sul Corriere del Mezzogiorno SAVIANO - Sull’arresto del boss dei casalesi è intervenuto anche lo scrittore Roberto Saviano in questi giorni sotto i riflettori per la trasmissione televisiva che conduce con Fabio Fazio e per la polemica che l’oppone a Maroni a seguito delle dichiarazioni rilasciate prima in tv e poi in un’intervista: «Aspettavo questo giorno da quattordici anni. L’arresto di Antonio Iovine , rappresenta un passo fondamentale nel contrasto alla criminalità organizzata. Iovine è un boss imprenditore, in grado di gestire centinaia di milioni di euro. Ora - continua Saviano - spero che si possa fare pulizia a 360 gradi. Come dimostrato dalla relazione della Dia di oggi, bisogna aggredire il cuore dell’economia criminale, la Lombardia, dove le mafie fanno affari e influenzano la vita economica, sociale e politica». Il boss subito dopo l’arresto (Ap) Il boss subito dopo l’arresto (Ap) CHI È - Antonio Iovine, detto O’ninno, era nella lista del Viminale dei 30 latitanti più pericolosi, assieme - tra gli altri - a Matteo Messina Denaro, numero uno di Cosa Nostra, e Michele Zagaria, dei Casalesi. Quarantasei anni, nativo di San Cipriano d’Aversa (Caserta), Iovine deve scontare la pena dell’ergastolo comminata nei suoi confronti in sede di appello al maxiprocesso Spartacus, nel giugno del 2008. Componente con Zagaria della diarchia che dalla latitanza ha diretto gli affari criminali del clan, Iovine è considerato il ’boss manager’, la mente affaristica del sodalizio impegnato tra le altre attività anche nel business della spazzatura. A lui viene attribuita la capacità del clan di espandere i propri interessi ben oltre i confini campani. È Iovine, per gli inquirenti, a rappresentare per anni la camorra che fa affari e che ricicla i proventi delle attività illecite, droga e racket su tutte, nell’economia pulita e nel business del cemento fino a costruire l’impero di ’Gomorra’, come testimoniato dai continui sequestri di beni disposti da parte della magistratura. ] uno dei capi storici dei Casalesi. Era latitante da oltre 14 anni. Applauso dei poliziotti all'arrivo in Questura

CASERTA - Ha tentato di fuggire dal terrazzo. L'ultimo, disperato tentativo. La lunga latitanza di Antonio Iovine è però finita. Il boss della camorra, considerato uno dei criminali più pericolosi dal Viminale, è stato arrestato a Casal di Principe. Il blitz della Squadra Mobile di Napoli ha avuto successo: Iovine, che non era armato, alla fine non ha opposto alcuna resistenza. L'abitazione in cui è stato individuato era di un suo conoscente, e la cattura è stata possibile grazie a pedinamenti e accertamenti su parenti e fedelissimi del latitante. Gli inquirenti si sono messi subito alla ricerca di eventuali armi e documenti che potrebbero tornare utili per le indagini sulla potente cosca dei Casalesi. Iovine è stato poi trasportato a bordo di una Mercedes in Questura a Napoli dove è arrivato alle 16,48. Era sorridente. Il boss è stato fatto salire al secondo piano dai garage, mentre applausi e urla di soddisfazione da parte poliziotti risuonavano nei corridoi. Qualcuno applaudiva anche dalle finestre.

LE REAZIONI - «Oggi è una bellissima giornata per la lotta alla mafia, tra pochi minuti vedrete...» aveva affermato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, conversando con i giornalisti a Montecitorio, appena pochi minuti prima che arrivasse l'annuncio dell'arresto del boss. «È un giorno felice - ha confermato il procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore - anche perché l'operazione dimostra che forze dell'ordine e Dda di Napoli riescono a ottenere importanti risultati sul territorio. Iovine - ha proseguito - era uno dei due latitanti più importanti dei Casalesi, l'altro è Michele Zagaria. Ora ci resta da arrestare anche lui». «Firmerò subito la richiesta di 41 bis» ha annunciato dal canto suo il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. «Questa è una ulteriore conferma - aggiunge - che la squadra Stato vince e l'antimafia giocata batte quella parlata». L'arresto di Iovine è la migliore risposta a tante chiacchiere».

GUARDA il video dell'arresto sul Corriere del Mezzogiorno

SAVIANO - Sull'arresto del boss dei casalesi è intervenuto anche lo scrittore Roberto Saviano in questi giorni sotto i riflettori per la trasmissione televisiva che conduce con Fabio Fazio e per la polemica che l'oppone a Maroni a seguito delle dichiarazioni rilasciate prima in tv e poi in un'intervista: «Aspettavo questo giorno da quattordici anni. L'arresto di Antonio Iovine , rappresenta un passo fondamentale nel contrasto alla criminalità organizzata. Iovine è un boss imprenditore, in grado di gestire centinaia di milioni di euro. Ora - continua Saviano - spero che si possa fare pulizia a 360 gradi. Come dimostrato dalla relazione della Dia di oggi, bisogna aggredire il cuore dell'economia criminale, la Lombardia, dove le mafie fanno affari e influenzano la vita economica, sociale e politica».

Il boss subito dopo l'arresto (Ap)
CHI È - Antonio Iovine, detto O'ninno, era nella lista del Viminale dei 30 latitanti più pericolosi, assieme - tra gli altri - a Matteo Messina Denaro, numero uno di Cosa Nostra, e Michele Zagaria, dei Casalesi. Quarantasei anni, nativo di San Cipriano d'Aversa (Caserta), Iovine deve scontare la pena dell'ergastolo comminata nei suoi confronti in sede di appello al maxiprocesso Spartacus, nel giugno del 2008. Componente con Zagaria della diarchia che dalla latitanza ha diretto gli affari criminali del clan, Iovine è considerato il 'boss manager', la mente affaristica del sodalizio impegnato tra le altre attività anche nel business della spazzatura. A lui viene attribuita la capacità del clan di espandere i propri interessi ben oltre i confini campani. È Iovine, per gli inquirenti, a rappresentare per anni la camorra che fa affari e che ricicla i proventi delle attività illecite, droga e racket su tutte, nell'economia pulita e nel business del cemento fino a costruire l'impero di 'Gomorra', come testimoniato dai continui sequestri di beni disposti da parte della magistratura.

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