domenica 17 aprile 2011

Cina: assedio al monastero tibetano di Kirti



Il prossimo 27 aprile si saprà chi sarà eletto per i prossimi cinque anni “kalon tripa” (primo ministro) del Governo tibetano, ma intanto continua ad aggravarsi la situazione deimonaci tibetani assediati nel monastero di Kirti - ormai dal primo aprile - da un reggimento di soldati speciali cinesi.
2500 lama che vivono nella città-monastero di Kirti, situato nella provincia del Sichuan, dove – ricordiamo- lo scorso mese un monaco si diede fuoco in concomitanza del terzo anniversario dalle rivolte antigovernative avvenute nella zona, hanno l'obbligo di non uscire e nessuno può incontrarli.
A diffondere la notizia il gruppo filo-tibetano International Campaign for Tibet; secondo l'Ict il 12 aprile civili tibetani dei vicini villaggi si sono recati al monastero nel tentativo di impedire che i monaci tra i 18 e i 40 anni di età fossero prelevati per un periodo di “rieducazione attraverso il lavoro”.
Da giorni ormai un gruppo di poliziotti armati e unità cinofile stanno bloccando all'interno del monastero i monaci,  scagliandosi anche contro i residenti che si erano riuniti davanti alla struttura tentando di impedire l'accesso delle forze dell'ordine dentro il monastero.
L'associazione International Campaign for Tibet, inoltre, ha fatto sapere che alcune persone hanno subito ''ferite gravi''durante gli scontri senza però fornire dettagli sul numero dei laici coinvolti. Il gruppo, citando alcuni testimoni, ha spiegato che la polizia ha intenzione di catturare i 2 mila monaci all'interno di Kirti, ora protetto dal filo spinato, per imprigionarli in un sito segreto.
Dalla testimonianza di Kirti Rinpoche, un lama del monastero che vive in esilio in India, “soldati armati in collaborazione con funzionari governativi stanno conducendo un brutale attacco contro il monastero privando i monaci di tutte le libertà e riducendoli alla disperazione”.

SERENA GUERRERA

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