da azionetradizionale.com
Tempo fa lessi ‘Lezioni spirituali per giovani samurai’ di
Mishima, un libro molto interessante (anche perché conteneva il
manifesto della sua ‘Associazione degli scudi’ e il proclama da lui
pronunciato prima del celebre suicidio) sull’etica dei samurai, ottimo
per trarre degli esempi guerrieri di vita. Nel capitolo ‘Sul mantenere
la parola data’, Mishima critica innanzitutto la moderna società
contrattuale, nella quale è radicata una latente diffidenza verso gli
esseri umani: si tende infatti a scrivere e firmare tutto, in modo che
si evitino azioni nocive da parte dell’altro. Le persone, infatti, oggi
agiscono (o almeno cercano di farlo) nei limiti di una legge che temono
di trasgredire solo per averne ripercussioni dirette e per questo
l’autore afferma che il mantenere le promesse o l’essere puntuale non ha
in sé un’importanza determinante. Se una persona non mantiene una
promessa detta oralmente, non sarà punita dalla legge. Ma è qui che
entra in gioco la Lealtà, una nobile virtù che si basa sulla buona fede
di chi si prende un impegno e che va oltre i profitti materiali. Per
fare un esempio di quanto sia importante nella Tradizione dei samurai,
Mishima ricorre ad un racconto che, essendo incuriosito dal leggerlo
integralmente, mi sono andato a comprare nella raccolta dove è situato.
Si tratta de ‘L’appuntamento dei crisantemi’ di Akinari Ueda, scrittore
giapponese vissuto dal 1734 al 1809, contenuto nel libro ‘Racconti di
pioggia e di luna’. La breve storia narra di un sedicente studioso,
Samon, che vive rifiutando ogni agiatezza e che un giorno si reca da un
tale del villaggio. Mentre conversano sente un lamento e il padrone di
casa gli riferisce che c’è un samurai molto malato che ha chiesto di
poter alloggiare lì per una notte. Samon intende fargli visita e,
nonostante le avvertenze del padrone circa eventuali ripercussioni sulla
sua salute, il ragazzo risponde sorridendo che vita e morte dipendono
dal Cielo e apre la porta. Appena
entrato, si mette a completa disposizione del samurai malato e dice di
ospitarlo finché non sarà completamente guarito. Il samurai, Akana, gli
racconta di essere fuggito in quanto era stato effettuato un assedio al
castello in cui insegnava e gli era stato detto da un generale poco
coraggioso presso il quale successivamente ha effettuato servizio, di
rimanere lì e disinteressarsi alla vicenda, cosa che Akana non poteva
tollerare, e di essersi ammalato durante il viaggio. Nei giorni
successivi, Samon e Akana instaurano una forte amicizia che porta Akana a
diventare suo fratello, con il consenso della madre di Samon. Akana,
però, deve partire per dovere, ma promette che il giorno della festa dei
crisantemi, il nono giorno del nono mese, tornerà. Il giorno stabilito,
Samon si organizza per preparare una calorosa accoglienza per il
fratello acquisito, che però non arriva. La sera, però, compare dinnanzi
a lui spiegandogli però di essere solamente uno spirito: egli, infatti,
era tenuto prigioniero e non aveva alcuna possibilità di uscire. Per
mantenere fede alla parola data, dunque, decise di togliersi la vita
perché ‘un uomo non può percorrere mille miglia in un sol giorno ma uno
spirito può farlo’.
Andrea P.