venerdì 29 marzo 2013

Ringraziamo i liberatori


Libia. Santuario sufi distrutto a Tripoli da una bomba
Ieri nella capitale libica di Tripoli un gruppo di assalitori non identificati ha fatto esplodere un santuario Sufi nel sobborgo di Tajoura. Il santuario di Sidi Al-Andlusi era protetto dalla legge come un monumento nazionale.
SUFI PERSEGUITATI DALL’ISLAM. Non è la prima volta che fatti del genere avvengono in Libia e in tutto il mondo arabo. I sufi sono mistici islamici, soppiantati nella maggior parte dell’Umma (i paesi a maggioranza islamica) nel corso dei secoli dal potere politico e militare e dai jihadisti. I sufi predicano la santificazione attraverso il lavoro anziché attraverso la guerra santa, si basano sulla densità del rapporto maestro-discepolo, danno la precedenza alla venerazione di santi che hanno calpestato la polvere di questa terra anziché alla sacralizzazione di una parola astratta discesa dal cielo. Per questo i gruppi islamisti come i Fratelli Musulmani o i salafiti non li considerano veri islamici e li perseguitano attivamente.
IL PRECEDENTE. Lo scorso agosto estremisti islamici, si sono recati in pieno giorno nel centro di Tripoli e a Ziltan e con alcuni bulldozer hanno demolito dei santuari sacri per i musulmani sufi. Tutto questo senza che la polizia facesse nulla per impedirlo. L’allora ministro degli Interni si era giustificato così: «Non abbiamo fronteggiato le bande armate per un motivo ben preciso. Saremmo stati obbligati ad utilizzare le armi e questi gruppi sono armati. Non possiamo fingere di non saperlo. Queste bande sono molto forti sia per il numero dei componenti che per la potenza di fuoco. Io non posso ingaggiare una battaglia già persa». Ha poi aggiunto: «Se per impedire la morte di una singola persona, il prezzo da pagare è che tutti i santuari della Libia vengano distrutti, siamo pronti».
ATTACCATO CON UNA BOMBA. In un anno in Libia sono stati attacchi almeno una dozzina di santuari o mausolei sufi. Ieri i testimoni oculari hanno raccontato così quanto successo: «Hanno messo una bomba. Le porte e le finestre sono andate in frantumi. Siamo tutti molto tristi per quanto successo». Un uomo, ancora non identificato, è stato sospettato dell’attacco e arrestato.
PAESE INSTABILE. Dall’uccisione di Gheddafi durante la cosiddetta Primavera araba la Libia è un paese sempre più instabile. Intere zone del Paese sono governate non dallo Stato ma dalle milizie armate che si sono impossessate degli arsenali di Gheddafi. La sicurezza semplicemente non esiste. La grande maggioranza di queste sono composte da estremisti islamici, che perseguitano i cristiani ma, come evidenziato da questo caso, anche i musulmani.

da Tempi.it

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