giovedì 6 gennaio 2011

Quant'è bello non pensare

Abbiamo visto centinaia di persone in piazza, volti infiniti, bandiere e colori, grida e sassi, sangue e rabbia. Abbiamo letto le meganotizie sui giornali, ascoltato radio ed assemblee, assistito ad occupazioni e prese di posizione. Abbiamo ascoltato, forse troppo, ma non siamo riusciti a sentire quasi nulla.
Gli striscioni recitavano le frasi decrepite, i cori erano quelli dei tempi dei nostri avi, e poi tanto e tanto assemblearismo . Assistere ad agitazioni di piazza è sempre molto curioso, non bisogna mai soffermarsi all'apparenza, al giudizio immediato, al credere che esistano torto e ragioni divisi come due fette di torta, c'è sempre un processo dietro, semplice o complicato che sia esiste un percorso di convincimento, a volte di autoconvincimento. Ad esempio prendere per assodato che esiste una crisi economica e credere che la colpa sia di qualcun'altro, sempre dell'altro, quel qualcuno che non si conosce ma ha un nome ben definito, quel qualcuno che si deve mandare a quel paese in piazza e che deve avere per forza nome e cognome, quel qualcuno che negli ultimi anni pare essere il capro espiatorio di tutto ciò che accade in Italia. Sarà pur vero che quando piove la colpa è del Governo ma in questo paese di qualsiasi cosa si parli si và a parare sempre sullo stesso punto. Allora domandiamoci al volo: questo "psiconano" ha l'interesse di conquistare tutto e tutti? Datevi pace perchè ci sta riuscendo e ci riesce involontariamente quando cortei con migliaia di persone sfilano contro di lui, quando anche nelle sue trasmissioni i comici (pagati dal medesimo) parlano male di lui, quando a scuola i professori invece di spiegare la storia raccontano agli studenti che non ci sono i gessetti in classe per colpa di uno basso che schiavizza il mondo e nega le libertà.
La gente, gli studenti, gli "pseudo operi" scendono in piazza perchè manca la libertà e sono convinti che qualcuno gliel'abbia rubata, tanto da scriverlo su tutti i giornali, da raccontarlo in tutte le università, nelle trasmissioni radiofoniche, nelle aule delle scuole. Ci ritroviamo a sentire frasi come queste: In Italia non c'è libertà perchè se accendo la televisione vedo solo tette e culi, oppure, in Italia non c'è libertà perchè i mass media sono pilotati,o peggio ancora in Italia non c'è libertà perchè chi comanda và a prostitute. E' molto semplice pensare di essere schiavi ma molto più facile è diventarli realmente. Si è schiavi quando si cerca qualcuno a liberarli diceva Pound e purtroppo ci stiamo riempendo di gente che cerca un liberatore.
Capitare in un' assemblea delle scuole superiori nè è, purtroppo, il maggior esempio. Se si inizia col parlare della Riforma Gelmini state pur certi che il discorso finirà con Ruby, con la y o con la i. Analizzando i punti della riforma si noterà che non esistono affatto cambiamenti economici sulla scuola secondaria e ciò di cui si parla soprattutto è l'università, ma tanto è inutile parlarne perchè comunque la risposta sarà... sei pagato! oppure... ma anche te vai a mignotte come tutti i politici? E piano piano quasi ti convinci che sia proprio bello non pensare.
Allontanando un secondo lo sguardo da ciò che succede in questa società, ci accorgiamo che la presunzione ha preso il sopravvento, il non pensare è diventato una modo e il trovare sempre qualcuno su cui scaricare il nostro barile di frustrazioni è l'attività preferita. Ciò che manca è sicuramente il senso di responsabilità, di coscenza nazionale, del saper vedere oltre alla notizia del giornale, altrimenti se dovessimo seguire e sentire tutto ciò che ci viene comunicato dai media dovremmo ucciderci in questo stesso istante, alcuni lo fanno ma noi non pensiamo sia la reazione adatta.
Se pensate che l'articolo voleva iniziare parlando di contenuti e poi si è perso nel parlare del fatto che non si parla mai di qualcosa, vi accorgerete di come io, anche in questo caso, ho portato l'acqua al mulino di quelli che non vi vogliono far pensare.

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