martedì 1 marzo 2011

Non siamo tutti uguali




Le parole pronunciate sabato scorso dal Primo Ministro inglese David Cameron, all'indomani della conferenza  sulla sicurezza di Monaco, hanno scatenato una tempesta di  feroci polemiche in Gran Bretagna e non solo.
“Il multiculturalismo è fallito” ha dichiarato Cameron, ponendo immediatamente l’attenzione su quello che è stato il filo conduttore del suo discorso: il problema dell’integrazione dei cittadini musulmani. Apriti cielo: le prima dita puntate sono giunte dall’opposizione laburista e dalle associazioni musulmane, secondo cui il premier avrebbe avuto un approccio  “semplicistico” nei confronti della delicata questione. Sono seguite, a pioggia, le critiche provenienti da tutta la stampa britannica, da cui Cameron è stato tacciato perfino di razzismo.

Ciò che sembra aver maggiormente urtato la sensibilità della stampa inglese, tuttavia, sembra essere stata la sonora ramanzina (accompagnata da una non molto velata minaccia di tagliare i fondi) a quelle associazioni che "cercando di presentarsi come un ponte di accesso alle comunità musulmane vengono riempite di denaro pubblico, anche se non fanno nulla di concreto per combattere l'estremismo".
In realtà, leggendo il testo completo del discorso, risulta difficile capire come possa aver destato (e continui a destare anche in Italia) tutto questo scalpore, visto che, se considerato nell’insieme, non appare affatto "delirante" come è sembrato a tanta stampa. Anzi, si tratta di affermazioni tanto sensate da non apparire nemmeno, verrebbe da dire, così originali.
Dopo un lungo preambolo sull'importanza di distinguere tra l'islam moderato e le associazioni fondamentaliste, Cameron ha criticato tanto la destra (la quale, a suo giudizio, è solita fare di tutta l'erba un fascio) quanto la sinistra (la quale non fa che allungare la "lista delle lagnanze" e sostenere che "se solo i governi rispondessero alle loro rivendicazioni, gli attacchi terroristici si fermerebbero"). Sul problema dei diritti taglia corto: coloro che insistono per dare spazio alle rivendicazioni "ignorano il fatto che molti di quelli che sono stati condannati per terrorismo, in Gran Bretagna e nel resto del mondo, sono laureati e spesso appartengono alla classe media". Inoltre, incalza Cameron, coloro che accusano i leader mediorientali di governare senza essere stati eletti e  vedono nei regimi non democratici le condizioni che permettono la nascita e la proliferazione  degli estremisti, non vedono il problema reale. “Se il problema è la mancanza di democrazia – dice Cameron – perché molti di questi estremisti stanno in società libere e tolleranti?".
Il nocciolo della questione quindi, secondo il Premier britannico, va ricercato nella formazione di un’identità condivisa.  "Con la dottrina del multiculturalismo - ha dichiarato - abbiamo incoraggiato le diverse culture a vivere in modo separato, sia l'una rispetto all'altra sia rispetto a quella principale. Non siamo stati capaci di offrire una visione della società alla quale possano desiderare di appartenere”.  Un problema, dunque, di territorio comune, di identità unanimemente sentita che non si è venuta a creare anche a causa di un certo lassismo che è stato erroneamente fatto passare per relativismo etico. “Un esempio concreto? Non aver saputo affrontare in modo concreto la crudeltà del matrimonio coatto. Questa nostra indifferente tolleranza è servita soltanto a rafforzare l'impressione che non ci siano valori realmente condivisi. E questo lascia alcuni giovani musulmani con la sensazione di essere privi di radici".
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