lunedì 22 agosto 2011
Storie di Libia, storie d'Italia
Gheddafi è vivo, Gheddafi è morto, anzi no l'hanno visto in motocicletta con il mullah omar.
Gira voce sia a fare shopping su Via Tuscolana, indisturbato, sotto gli sguardi curiosi dei passanti.
Radio e giornali stanno impazzendo, una fuga di notizie mai vista prima. Dopo la presa di Tripoli da parte dei ribelli è partita la caccia all'uomo. E' questione di giorni, forse di poche ore ma il rais è con le spalle al muro ed ora (come in qualsiasi film che si rispetti) sta con le mani sul volto e rivede passare davanti a se i giorni della sua vita. La rivoluzione "socialista", la cacciata degli italiani, la strage di Pan am, le lotte intestine, l'auto proclamazione di re d'Africa, la crescita economica e poi ancora le nuove amicizie in occidente, le visite in Europa fino alla proclamazione di "tutore" dei diritti umani. Gheddafi è li, con la schiena a quel muro e pensa. Forse, quegli italiani non erano così stronzi: hanno porto le scuse, hanno riaperto le porte, hanno rinunciato a molte amicizie ed ora, sono incastrati anche loro, con le spalle allo stesso muro, vedendosi ripassare di fronte al volto le strette di mano, le tende nei parchi, le inutili scuse. Entrambi, con le mani sul volto e con le spalle al muro
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