venerdì 10 febbraio 2012

Terra e sangue dell'Italia.


Un Silenzio che per anni è pesato sulla storia della nostra Nazione; un Silenzio che per troppo tempo ha offeso la memoria di tutti coloro che sono stati uccisi per l'appartenenza ad una Patria; un Silenzio che è stato squarciato nel 2004, tramite l'istituzione del "Giorno del ricordo" dei martiri delle foibe e dei 350.000 esuli istriani, giuliani e dalmati; un Silenzio che ancora oggi qualcuno tenta di usare osservando la storia non dal punto di vista di una memoria condivisa, ma affacciandosi dall'ennesimo steccato ideologico. E' contro questo silenzio che ancora oggi ci battiamo.
Ci troverete in tutte le piazze italiane, nelle scuole e nelle università, negli enti locali. Troverete i nostri gazebi, i nostri volantini, le nostre mostre, i nostri convegni. E questo non perché riteniamo che ci siano morti più importanti di altri, ma perché vogliamo squarciare quell'ultima ondata di revisionismo che ancora oggi non permette di guardare con doveroso rispetto ai tanti e troppi morti nelle foibe, uccisi dal maresciallo Tito per l'unica colpa di essere italiani. La memoria condivisa è un passaggio fondamentale per creare una vera coscienza di popolo, ed è proprio in virtù di questa coscienza che non ci stiamo, ancora una volta, a permettere che le storie legate alla nostra identità nazionale finiscano nel dimenticatoio e non diventano esempi.
Amiamo questa Italia, ogni giorno combattiamo per lei. Abbiamo innalzato al vento il tricolore ad ogni nostra manifestazione e non solo per i 150 anni dell'Unità d'Italia. E allora anche quest'anno accetteremo la sfida, la sfida di combattere gli ultimi eserciti oscurantisti e ideologici, per permettere a questa nostra Nazione di riappropriarsi della sua storia e dei suoi figli.

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